Quello che c'è di sbagliato nella protezione in copiatura

John Gilmore, 27 January 2001


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This version was translated in February 2001 from English to Italian by Alberto BARSELLA <barsella@intec.rug.ac.be>.

Cosa c'è di sbagliato?

Ron Rivest mi ha chiesto: "Penso che sarebbe interessante sapere cosa vedi di diverso tra le proposte di protezione dei contenuti di Intel/IBM e le pratiche attuali di protezione usate per codificare le trasmissioni TV. La posizione di avvocato del diavolo contro di te sarebbe: se il pubblico è disposto a spendere per comperare dell'hardware in più o specifico per poter visionare dei programmi protetti, cosa c'è di sbagliato nell'offrirglielo?

Prima di tutto, preferisco chiamarla protezione in copiatura e non protezione dei contenuti, perché "contenuti" è una parola senza significato. Quello che la tecnologia fa attualmente è di scoraggiare la copia. Questa tecnologia ha una storia lunga in campo informatico: è cominciata con i primi personal computers e le prime stazioni di lavoro. Tranne in alcuni casi molto ristretti, tutte queste tecnologie hanno fallito. Molte hanno fallito a causa di una opposizione attiva da parte dei compratori, che hanno preferito scegliere prodotti alternativi che non impedivano la copiatura.

Non c'è niente di sbagliato nel permettere al pubblico di scegliere, se vogliono, di comperare dei prodotti protetti in copiatura, se gli vanno bene. Gli sbagli cominciano quando:

Prodotti in competizione sono eliminati dal mercato

E' sbagliato quando chi vorrebbe comperare dei prodotti che semplicemente registrano bits o suoni o immagini, senza nessuna protezione in copia, non possono farlo perché non li trovano, perché sono stati eliminati dal mercato. Eliminati da leggi restrittive come il "Audio Home Recording Act", che ha ammazzato il mercato dei DAT. Da leggi "anti-aggiramento" come il "Digital Millennium Copyright Act", contro il quale la EFF si sta battendo. Dal comportamento di agenzie federali come la FCC, che ha deciso un mese fa' che sarà illegale offrire ai cittadini la possibilità di registrare trasmissioni televisive ad alta definizione (HDTV), anche se questi ultimi hanno il diritto legale di farlo. Da accordi privati fra grosse compagnie, come la SDMI (Secure Digital Music Initiative) e CPRM (Content Protection for Recordable Media), che in seguito sono state "inviate" come dato di fatto alle commissioni che si occupano degli standard, richiedendo uno sforzo del pubblico per bloccarle. Da accordi privati fatti dietro le spalle di leggi e standard, come l'accordo non scritto che i registratori DAT e MiniDisc trattano gli ingressi analogici come se si trattasse di materiale protetto da copyright, sul quale l'utilizzatore non ha nessun diritto. (La registrazione del matrimonio di mio fratello è incopiabile, perché il mio registratore MiniDisc la tratta come se io e mio fratello non ne fossimo i legittimi proprietari). Pioneer New Media Technologies, che costruisce i masterizzatori DVD annunciati renetemente dalla Apple, dice "la maggioranza delle applicazioni per i DVD riscrivibili saranno l'editing di filmati home video, l'archiviazione e la registrazione di fotografie digitali". Stanno molto attenti a non dire "registrazione di programmi TV per poterli vedere in seguito o registrazione di filmati provenienti da Internet", perché i produttori e le compagnie di distribuzione stanno facendo ben attezione a far sì che queste possibilità non arrivino mai sui mercati. Anche se è legale al 100% farlo, in seguito alla decisione sul "Betamax" della Corte Suprema. La società Streambox ha sviluppato un programma che permette agli utenti di salvare uno stream RealVideo sul loro disco; sono stati denunciati dalla Real in base al DMCA e sono stati costretti a togliere il programma dal mercato. Secondo la società Nomura Securities, le vendite dei DVD riscrivibili supereranno quelle dei videoregistratori nel 2004 o 2005 e supereranno quelle dei lettori DVD nel 2005. ( http://www.kipinet.com/tdb/1000/10tdb04.htm) Cosi', intorno al 2010, pochissimi consumatori avranno accesso ad un registratore che gli permetterà di salvare una copia di un programma TV, di vederlo in un secondo momento o di farlo vedere ai bambini seduti sul sedile posteriore della macchina. C'è qualcuno che sta commentando su questo cambiamento sociale? Pensiamo che sia bene o male? Possiamo esprimere la nostra opinione in qualche modo?

No, i consumatori dovranno pagare le compagnie cinema/TV a ripetizione, per avere il privilegio di vedere un programma in un momento o un luogo differente. Anche se hanno comperato il film, che è registrato a casa loro su dell'hardware che è di loro proprietà e hanno abbastanza banda per poterci accedere ovunque si trovino. Questo concetto è chiamato "pagare ad ogni uso" (pay per use). Non può competere con "hai il diritto di registrare una copia di quello che hai il diritto di vedere". Queste compagnie non possono eliminare questo diritto legalmente, perché violerebbe troppe delle idee fondamentali della nostra società, così stanno bloccando la tecnologia, in modo che sia impossibile esercitere questo diritto. Nel processo stanno anche violando le idee fondamentali su cui si basa una società stabile e giusta. Ma finché la società dura fino a quando loro sono morti tutto va bene, e sembrano non preoccuparsi della sua stabilità a lungo termine.

Le compagnie non rivelano le restrizioni alla copiatura

Che c'è di sbagliato è quando le compagnie che creano prodotti protetti in copiatura non rivelano queste restrizioni al pubblico?. Come le recenti pagine web felici e sorridenti della Apple relative al loro masterizzatore DVD, annunciato questo mese (http://www.apple.com/idvd/). La pagina è piena di informazioni luccicanti che spiegano come puoi creare i tuoi DVD a partire dalle tue registrazioni digitali, etc. Quello su cui si sorvola tacitamente è di dire che non può essere utilizzato per copiare o registrare qualsiasi sequenza audio o video coperto da copyright da una delle grosse compagnie. Anche se hai il diritto di farlo, il sistema ti impedirà di farlo. Non dicono che non puoi usarlo per creare "compilations" audio o video di vari artisti, cosi' come lo può fare un masterizzatore CD. Non dicono che non puoi proteggere in copiatura le tue registrazioni: quello è un diritto che i grossi produttori hanno riservato esclusivamente per sé stessi. Non ti stanno vendendo un masterizzatore "DVD-Authoring", che è solo per uso professionale. Ti stanno vendendo un masterizzatore "DVD-General", che non può scrievere i key blocks necessari a proteggere le tue registrazioni e neanche può essere usato per produrre i tuoi DVD in quantità. Queste informazioni non vengono neanche accennate: vengono semplicemente ignorate, non scritte, restano invisibili fino a dopo che hai comperato il prodotto.

E non è solo Apple che fornisce informazioni incomplete ai consumatori: la cosa è diffusa. I registratori portatili MiniDisc della Sony hanno i connettori digitali solo in entrata, mai in uscita. Il suono entra, ma esce solo in formato analogico di bassa qualità. Intel glorifica le meraviglie del suo TCPA (Trusted Computing Platform Architecture). Ma bisogna andare a leggere fra le righe per scoprire che il suo scopo è esclusivamente quello di spiare il modo in cui usi il tuo PC, cosicché una qualsiasi azienda possa decidere attraverso Internet se "fidarsi" di te -- il proprietario. Il TCPA non serve a fornire a te l'informazione di se tu puoi fidarti del tuo PC (ad esempio, sapere se è infettato da un virus), quella funzione non è inclusa. Esiste per informare le case discografiche se hai installato un qualsiasi programma che ti permette di fare copie di MP3, o se hai installato del free software che ti permette di aggirare il ridicolo sistema di protezione che le case discografiche usano in quel momento. La Intel sta spingendo lo (High Definition Content Protection) che non è altro che crittografia ad alta velocità eseguita esclusivamente dai circuiti messi dentro il cavo che collega il PC e il monitor. L'unico segnale che viene crittografato è quello che l'utente sta vedendo in quell'istante: perché viene crittografato? Perché così l'utente non lo può registrare! Se il cavo viene manomesso il circuito degrada il segnale fino al livello di qualità di un videoregistratore classico.

Intel sta anche spingendo SDMI e CPRM (Content Protection for Recordable Media) in modo da convertire il tuoi supporti di storage (dischi fissi, flash ram, dischi zip, etc.) in co-cospiratori uniti alle Major cinematografiche e discografiche, per impedirti (a te, proprietario del PC e dei supporti di storage), la possibilità di registrare dati su quei supporti e poterle recuperare in seguito. Invece, alcuni di quei dati sono accessibili solo soggetti alle restrizioni fissate dal software usato per rileggerli -- restrizioni che non sono sotto il controllo del proprietario dei supporti, o sotto il controllo della legge, ma che sono invece fissate dai contratti fra le Major e i produttori di hardware e software. Restrizioni del tipo "non puoi registrare musica su supporti non crittografati". Se provi a registrare una canzone dalla rafio su un registratore CPRM, si rifiuterà di registrarla o di farla riascoltare, perché è watermarked e non crittografata. Anche quando registri le tue creazioni audio originali, la configurazione default per la registrazione analogica è che nessuna duplicazione è permessa, o nessuna duplicazione è permessa in qualità superiore a quella CD, e se anche la copia è autorizzata (aggirando in qualche modo le altre restrizioni) questa è permessa una sola volta. Intel e IBM non dicono niente di questo: bisogna andare a cercare alla pagina 11 dell'esposto B-1, "CPPM Compliance Rules for DVD-Audio", alla pagina 45 (su 70) del "Interim CPRM/CPPM Adopters Agreement", disponibile solo dopo avere risposto a un questionario personale e intrusivo raggiungibile da http://www.dvdcca.org/4centity/. Tutto quello che la Intel dice su CPPM è che "darà agli utilizzatori accesso a più' musica" http://www.intel.com/pressroom/archive/releases/aw032300.htm). Mentire au clienti per indurli a comprare i prodotti è sbagliato.

La ricerca scientifica diventa non pubblicabile

C'è qualcosa di sbagliato è quando i ricercatori scientifici non possono studiare nel loro campo o pubblicare i loro risultati. Il professor Ed Felten dell'Università di Princeton ha studiato in dettaglio il sistema di "watermarking" usato dalla SDMI, partecipando allo studio pubblico permesso dalla commissione SDMI, in modo da determinare se il pubblico sarebbe riuscito a aggirare i loro sistemi di protezione. (La SDMI non ha pemesso alla EFF di partecipare, dicendo che non avevamo nessun interesse legittimo nel processo perchè non siamo né una casa discografica né un produttore. Non ci sono rappresentanti dei consumatori o dei diritti civili nel consorzio SDMI.) Il Prof. Felten era al New York Times la settimana scorsa, e diveca che la gente della SDMI e gli avvocati della Università di Princeton gli hanno detto che non può pubblicare i dettagli illustranti cosa ci fosse di sbagliato in quei sistemi di "watermarking", a causa del Digital Millennium Copyright Act. E' tutto OK finché si dice alle compagnie che fanno parte della SDMI che è facile aggirare i loro sistemi, ma non è per niente OK parlarne al pubblico o ad altri ricercatori.

La competizione è bloccata

Quello che c'è di sbagliato è quando non è possibile realizzare dell'hardware o del software concorrenziale, cercando i vantaggi dei consumatori in un libero mercato. Al contrario, questi prodotti vengono banditi o minacciati e il software viene censurato e mandato underground. Come il lettore DVD open-source DeCSS e LiViD DVD. Come i lettori DVD che permettono di vedere i DVD americani "Regione 1" nel resto del mondo. La EFF ha speso più di un milione di dollari l'anno scorso per difendere un editore di una rivista sulla sicurezza e un teenager norvegese dai tentativi delle case cinematografiche di censurare il primo e mettere in prigione il secondo, per avere pubblicato e scritto del software che permette di vedere o copiare i DVD, ma senza seguire le restrizioni che le case cinematografiche hanno imposto sulla maggioranza dei lettori DVD. Le case cinematografiche hanno speso quattro milioni di dollari solo per portare avanti il processo di New York. Pochi o nessun produttore sono disposti a mettere sul mercato registratori audio digitali -- si vedono moltissimi lettori MP3, ma dove sono i registratori stereo MP3? Sono stati fatti sparire dalla minaccia di denuncie. Quelli che permettono di registrare lo fanno solo a "qualità voce, mono".

L'abuso della "protezione del copyright" ricompensa i monopoli

Quello che c'è di sbagliato è quando i controlli che vengono messi in atto per proteggere il copyright vengono usati per altri scopi. Non per proteggere dei diritti esistenti, ma per creare nuovi diritti al comando dei detentori di copyright. Le case cinematografiche hanno insistito sulle "regioni" dei DVD perché altrimenti avrebbero guadagnato di meno se i DVD fossero stati commerciabili a livello mondiale, sotto le attuali leggi di commercio libero. (Non avrebbero potuto far pagare dei biglietti di ingresso molto alti se lo stesso film fosse stato disponibile nello stesso momento in DVD, e non avrebbero potuto combinare le campagne pubblicitarie dell'uscita nelle sale e del DVD se avessero aspettato troppo fra le due cose). Questo sistema ha come risultato che il consumatore può comperare un lettore DVD legalmente, un prodotto DVD legalmente, ma una volta messe insieme le due cose non può vedere il film. L'utilizzatore ha tutti i diritti legali di vedere il film, ma non può perché se potesse le case cinematografiche potrebbero guadagnare meno soldi. Simili meccanismi di controllo esistono nei lettori DVD per impedire alla gente di passare in fast-forward sopra le pubblicità o sopra gli insensati "avvertimenti dell'FBI".

La Microsoft ha deliberatamente introdotto dei protocolli incompatibili in Windows 2000, in modo che i sistemi Unix concorrenti non potessero essere utilizzati, in alcuni casi. come server DNS. La Microsoft ha rilasciato le specifiche, ma solo in un file crittografato, che richiedeva ai lettori di accettare di non utilizzare quelle informazioni per creare prodotti in competizione con i loro. Quando qualcuno ha decrittografato il sistema triviale di crittografia senza accettare i termini, la Microsoft ha minacciato di usare il DMCA per denunciare Slashdot, il popolare sito di news del mondo del free software, che aveva pubblicato i risultati. (Fortunatamente per noi, la gente di Slashdot ha una spina dorsale e ha risporto "fate pure, ci difenderemo da quella denuncia" e la Microsoft ha deciso di lasciar stare.) Il copyright non fornisce il diritto di bloccare la competizione, o di limitare il commercio mondiale, ma in qualche modo la legislazione che è stata fatta per proteggere il copyright sta venendo utilizzata proprio per fare questo.

Le politiche sociali sono create senza ascoltare il pubblico

Quello che c'è di sbagliato è quando le politiche sociali sono create in fumosi retrobottega e non in una discussione pubblica, dalla legislatura e dai tribunali. Le specifiche CPPM, per esempio, permettono ad un distributore di un insieme di bit (che ha accesso al software con queste capacità) di decidere che a quelli che riceveranno quei bit non sarà permesso farne copie. O che magari due copie sono permesse, ma non tre. Questa politica non può essere imposta legalmente, non è stata creata dalla legge. La legge dice qualcosa di diverso. Ma questa politica sarà imposta dagli impianti forniti dai maggiori produttori, perché loro rischieranno di essere denunciati dalle case cinematografiche e discografiche se osano produrre degli impianti interoperanti che permettono di fare tre copie, o un numero di copie limitato dai diritti legali. E' cosi' strano che queste politiche da retrobottega finiscano col favorire quelli che erano nel retrobottega, a spese dei consumatori e del pubblico?

L'equilibrio dei benefici fornito dal copyright si perde

Quello che c'è di sbagliato è quando l'equilibrio fra i diritti degli autori e il diritto alla libertà di parola e stampa si perde. Qualsiasi aumento nei diritti dei creatori è una diminuzione del diritto che il pubblico ha di libertà di parola e stampa. Quando i diritti di copyright vengono estesi, si riduce il public domain. Si danneggia il diritto di criticare il modo con cui altri presentano la verità. Il Primo Emendamento dà un diritto di stampa quasi assoluto; le Clausole di Copyright danno un diritto limitato di impedire la pubblicazione da parte di terzi. Una qualsiasi espansione del diritto di impedire la pubblicazione dimiuisce il diritto di pubblicare. Per esempio, pochi dei lavori creati dopo il 1910 sono entrati nel dominio pubblico a meno che gli autori non abbiano abbandonato il copyright, perché, col passare degli anni, la durata del copyright ha continuato ad essere estesa. Ma i "copyrights" creati da limitazioni tecnologiche non sono neanche pensati per avere un termine. Nelle specifiche SDMI o CPRM non c'è scritto niente del tipo: "Dopo il 2100 vi sarà permesso di copiare i film del 1910".

I beneficiari sono una frazione minima della società

Quello che c'è di sbagliato è che la piccola coda della "protezione del copyright" sta scuotendo il grosso cane che è la comunicazione fra uomini. Come Andy Odlyzko fa notare, http://www.dtc.umn.edu/~odlyzko/doc/eworld.html (vedere "Content is not king" e "The history of communications and its implications for the Internet"), "Le entrate date dagli ingressi ai cinema negli USA sono ben sotto i 10 miliardi di dollari. L'industria della telefonia raccoglie la stessa cifra ogni due settimane!" Distorcere la legge e le tecnologie di comunicazione con lo scopo di proteggere gli interessi dei detentori di copyright, nel complesso non fa che impoverire il mondo. Anche se non violasse le regole fondamentali della stabilità a lungo termine della società, sarebbe comunque la scelta economica sbagliata.

La società può veramente eliminare la povertà, ma non in questo modo!

Quello che c'è di sbagliato è che abbiamo inventato una tecnologia per eliminare la povertà, ma la stiamo deliberatamente buttando via per l'interesse di quelli che guadagnano dalla povertà. Ora abbiamo il modo di duplicare qualsiasi tipo di informazione che possa essere rappresentata in formato digitale. Possiamo duplicarla su scala mondiale, per miliardi di persone, a costi bassissimi, accessibili al pubblico. Stiamo lavorando duramente su delle tecnologie che permetteranno di duplicare anche altri tipi di risorse altrettanto facilmente, incluso qualsiasi oggetto fisico ("nanotecnologia"; http://www.foresight.org). Il progresso della scienza, della tecnologia e del libero mercato hanno messo fine a molte delle povertà. Cento anni fa', più del 99% degli americani stava ancora usando le latrine, e un bambino su dieci moriva nell'infanzia. Ora che anche i più poveri degli americani hanno automobili, televisione, telefono, riscaldamento, acqua potabile, fognature -- cose che neanche i milionari più ricchi del 1900 potevano permettersi. Queste tecnologie promettono una fine dei bisogni materiali in un futuro prossimo.

Dovremmo gioire nel creare insieme un paradiso in terra! Invece quelle anime contorte che profittano dal continuare dellla povertà stanno girando silenziosamente, convincendo dei co-cospiratori per bloccare la nostra economica tecnologia di duplicazione in modo che non possa fare copie -- almeno non del tipo di prodotti che loro vogliono venderci. Questo è il peggior tipo di protezionismo economico, impoverire la propria società a beneficio di una industria locale inefficiente. Le case cinematografiche e discografiche fanno ben attenzione a non farci notare questo fatto, ma è quello che sta succedendo.

Se nel 2030 avremo inventato un "duplicatore di materia" che è economico comeè copiare un CD oggi, lo renderemo illegale e lo faremo sparire dal mercato? In modo che i contadini possano guadagnare mantenendo alto il prezzo del cibo, in modo che i produttori di mobili possano impedire alla gente di avere letti e sedie che si potrebbero duplicare per un dollaro, in modo che i costruttori non siano ridotti nella povertà perché una casa confortevole può essere duplicata per qualche centinaio di dollari? Certo, degli sviluppi di questo tipo causerebbero dei grossi cambiamenti economici. Ma dovremmo farli sparire nell'ombra e tenere un mondo impoverito per mantenere i posti di lavoro di quelle persone? E questi mezzi resterebbero nell'ombra o i loro vantaggi li farebbero emergere ed estendersi al resto della società?

Io penso che dovremmo entusiamarci di questa era di abbondanza e trovare un modo di viverci dentro. Penso che dovremmo lavorare sul trovare modi in cui le persone possono guadagnare producendo cose nuove e fornendo servizi, invece che limitando la duplicazione di cose esistenti. E' per questo che ho speso dieci anni della mia vita, fondando una società di supporto del free software. Questa società, Cygnus Solutions, investe annualmente più di 10 milioni di dollari nel produrre software, dandolo via liberamente e lasciando che chiunque lo modifichi o lo duplichi. Si finanzia raccogliendo più di 25 milioni di dollari dai compratori, che traggono beneficio dall'avere del software che esiste, è affidabile ed è diffuso. Questa società fa ora parte della Red Hat, Inc. -- che vive anche lei arricchendo i propri consumatori senza impedire la duplicazione dei propri prodotti. Non è una coincidenza che le comunità dell'open source, del free software e di Linux siano state le prime ad essere preoccupate dai meccanismi di protezione in copiatura. Per guadagnare da vivere o per hobby, lavorano per eliminare la povertà e aumentare la libertà di scelta nel mercato di sistemi operativi e delle applicazioni software. Vedono il reale miglioramento del mondo che risulta dal loro lavoro -- e le reazioni schifose delle forze monopolistiche e oligopolistiche che questo ti[po di lavoro renderebbe obsolete.

Cambiare il mondo in modo che funzioni senza povertà è un'impresa colossale. Un così grande cambiamento economico impiegherebbe decine di anni ad estendersi su tutta l'economia mondiale, facendo miliardi di nuovi vincitori e perdenti. Saremmo estremamente fortunati se per il 2030 fossimo preparati a far fronte alla fine della povertà senza uno stravolgimento sociale colossale, incluse rivolte, disordini civili e guerre su scala mondiale. Se vogliamo trovare una strada pacifica verso un'era di abbondanza, dovremmo cominciare DA QUI E DA ORA, trasformando le industrie dove la povertà è già stata eliminata -- testo audio e video. Le compagnie che non si sanno adattare dovrebbero scomparire, per essere rimpiazzate da quelle che hanno saputo farlo. Queste industrie, imparando come esistere e prosperare senza ricreare artificialmente una povertà forniranno un esempio per le altre industrie, che dovranno cambiare quando i loro metodi inefficienti di produzione saranno rimpiazzati da sistemi efficienti di duplicazione fra 10 o 15 anni. Affidarsi ai sistemi di protezione della copiatura porta esattamente nella direzione sbagliata. Questi sistemi fanno finta che la legge, con lo strano appoggio delle lobbies industriali, possa mantenere le nostre strutture economiche, ignorando l'uragano di tecnologie innovative che li sta mandando all'aria come delle foglie secche.

Sommario

Questa è probabilmente stata una discussione più lunga di quella che volevi, Ron, ma, come vedi, penso che ci siano molte cose sbagliate nel modo in cui i sistemi di protezione in copiatura vengono rifilati ad un pubblico ignaro. Mi piacerebbe avere da te una risposta sullo stesso stile. Facendo per un momento l'avvocato del diavolo: perché dovrebbe essere permesso a delle industrie egoiste di modificare l'equilibrio delle libertà fondamentali, rischiare la libertà di espressione, il libero mercato, il progresso scientifico, i diritti dei consumatori, la stabilità sociale e la fine del bisogno, fisico o non? Perché qualcuno potrebbe riuscire a rubare una canzone? Mi sembra una scusa veramente ridicola. Aspetto una tua risposta.

John Gilmore
Electronic Frontier Foundation


Copyright 2001 John Gilmore

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